Petrone, lo Steve Jobs italiano

Di Alessandra Mattirolo Giornalista presso Rai, Virus il contagio delle idee

La storia di Domenico Petrone, l’ospite dell’intervista finale di Virus, andata in onda giovedì 12 marzo scorso, è  straordinaria. Quando me l’ha raccontata al telefono ne sono rimasta affascinata. Di lui sapevo che era il leader della maggior azienda di antifurti satellitari in Europa ma non sapevo come fosse arrivato fino a lì. Una vicenda “esemplare” di quelle che danno un’iniezione di fiducia a tutti gli scoraggiati dei nostri tempi.
Domenico Petrone è figlio di un immigrato pugliese, arrivato a Torino agli inizi degli anni ’60,  quando  i  meridionali  venivano  chiamati  terroni  e davanti ai bar c’era scritto “vietato l’ingresso ai cani e agli immigrati”.  Dal Sud  allora ne arrivavano tanti a Torino, i più confluivano alle catene di montaggio della Fiat, altri cercavano fortuna nelle altre realtà industriali. Il padre di Domenico, al suo paese, Corato provincia di Bari, faceva l’ebanista, era un artigiano di grande talento e a Torino trova un posto in una fabbrica di mobili. Per Domenico però i primi anni sono durissimi. A scuola lo prendono in giro per il suo accento, e nel pomeriggio non trova compagni con cui giocare.

Ma le cose cambiano e a volte cambiano in meglio. Mentre  faticava al liceo, il giovane Petrone si iscrive alla scuola  per  corrispondenza  Radio  Elettra  di  Torino  e  si appassiona all’elettronica. Anche lui, a Torino,  come Steve Jobs in California, si chiude in garage e traffica con valvole e fili di rame. Se Steve Jobs inventa la Apple, Petrone costruisce  radioline,  ma  non  si  ferma.  L’elettronica  lo appassiona e il suo garage diventa in pochi anni, un laboratorio, un capannone, una piccola azienda fino al salto verso il successo.

Rileva  nel  2002 Viasat,  un  gigante  delle  comunicazioni satellitari  ma con i conti in rosso. Petrone, che fino ad allora aveva fornito solo schede elettroniche ai grandi gruppi come Olivetti, IBM, Ericsson si butta nell’impresa, la risana e cresce. Oggi è il numero uno in Europa.
Petrone parla con accento piemontese, va raramente a Corato, ha una bella barca e nei week end suona il sax come faceva da ragazzo  sulle musiche di Jimmy Hendrix e dei Rolling Stones.