Di scatola nera e assicurazioni se ne parla da almeno 10 anni. Il dibattito è salito però alla ribalta dei media solo nel 2012, quando il Governo Monti l’ha introdotta tra le misure previste dal Decreto Liberalizzazioni, prevedendo per le compagnie l’obbligo di proporre polizze RCA con scatola nera, assumendosi i costi di acquisto, installazione e disinstallazione e praticando contestualmente sconti significativi sulle tariffe. Quelli di First Online hanno intervistato Massimo Rosa, amministratore delegato de Il Broker & Co., società che si occupa di portare nel mondo assicurativo soluzioni tecnologiche e servizi e capaci di risolvere problematiche delle compagnie e degli assicurati attraverso l’innovazione di prodotto.
Nella chiacchierata con Rosa emerge in maniera piuttosto evidente come non vi siano particolari dubbi sull’utilità della cosiddetta “scatola nera” e dei relativi benefici di cui possono godere compagnie assicurative e assicurati…
La scatola nera è uno strumento di straordinaria utilità, la discussione in realtà non ruota intorno all’oggetto in sé ma piuttosto a notevoli interessi economici. Chi ne deve sostenere i costi? Quali sconti debbono essere applicati? In base a quali criteri incentivare o disincentivare il singolo automobilista? Intervenire o non intervenire in modo deciso sulle truffe assicurative. Questi sono i veri temi che delineano il perimetro della vicenda.
e ancora
Insomma lo strumento non è buono, è ottimo e potrà introdurre elementi di “meritocrazia” nel pricing dei prodotti RCA. Non dimentichiamo poi che la scatola nera ha una forte valenza in termini di educazione del conducente e quindi di prevenzione, da questo punto di vista occorre instaurare un chiaro patto basato su un assunto elementare “Caro automobilista da ora in avanti sarai valutato, e quindi incentivato o disincentivato in termini di premio, in base al tuo stile di guida!”.
Nell’analisi di Rosa non mancano i dati sulle frodi che rappresentano sicuramente un’anomalia italiana dove viene anche citata Viasat:
Più complessa e delicata la questione delle frodi. Se guardiamo ai dati ufficiali queste rappresenterebbero circa il 2% dei sinistri che avvengono in Italia. Il dato risulta però estremamente poco credibile, capiamo perché. In Italia, dove i veicoli assicurati sono 43,5 milioni si verificano ogni anno oltre 3,5 milioni di incidenti con più di 1 milione di feriti. In Francia, con 39,4 milioni di veicoli gli incidenti sono solo 1,7 milioni con 200.000 feriti. Risultato il costo totale dei sinistri risarciti in Italia ammonta a 14,5 miliardi di euro contro i 6,5 miliardi della Francia.
Da notare che in Italia gli incidenti sono più del doppio rispetto a quelli che avvengono in Francia, nonostante le strade, il numero di veicoli assicurati e altri parametri di riferimento siano molto comparabili. Secondo ANIA l’incidenza dei sinistri con danni a persone sarebbe del 23%, contro il 18% spagnolo e il 10% francese. I casi sono due, o gli italiani guidano come degli sconsiderati e sono particolarmente delicati, specie di cervicale, oppure c’è qualcos’altro che non funziona.
Venendo alle compagnie certamente molte di esse si sono date da fare per limitare questi fenomeni ma un dubbio rimane, se in Italia abbiamo un 8% di automobilisti con incidenti all’anno e in Francia (Paese ben confrontabile sotto molti punti di vista) sono il 4,3%. E ancora se in Italia si fa male 1 incidentato su 4 mentre è 1 su 5 in Spagna e 1 su 10 in Francia non pare irragionevole affermare che le truffe in Italia non rappresentino con ogni probabilità il 2% ma almeno il 3% (ma probabilmente molto di più) sui sinistri e addirittura il 10% sui danni alla persona (il famoso e diffusissimo colpo di frusta). Consideriamo che in Europa, la media delle frodi accertate si aggira intorno al 6%, nel civilissimo Regno Unito addirittura il 10% (KPMG , 2011).
E a proposito di Viasat
Interessante in proposito una recentissima dichiarazione di Viasat secondo la quale “Il 34% dei sinistri rilevati dalle sue scatole nere presenta anomalie rispetto a quanto dichiarato dagli assicurati. Alcuni incidenti non sarebbero mai avvenuti, altri avrebbero dinamiche diverse. Quel che è certo è che la scatola nera può aiutare ad abbattere le frodi”.
Il punto vero, continua Rosa, quindi è volerle combattere fino in fondo le frodi.
Secondo alcuni questa volontà sarebbe venuta meno a causa di un sistema che coinvolge le compagnie ma anche i periti, i carrozzieri e tutti gli attori del sistema che porterebbe a chiudere un occhio evitando di investire troppo in antifrode e recuperando invece il “maltolto” tenendo artificiosamente alte le tariffe. Ebbene io concordo con Viasat: scatola nera obbligatoria per tutte le nuove immatricolazioni, report dettagliati sui sinistri e conseguente forte riduzione delle frodi, questa la ricetta.
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