La moto è per eccellenza un simbolo di libertà e velocità, ma al contempo risulta essere maggiormente esposto a rischi e pericoli. Oggi però il settore sta facendo passi da gigante dal punto della sicurezza e le moto dell’imminente futuro saranno caratterizzate da una serie di sistemi all’avanguardia per limitare il rischio di incidenti e mantenere alti standard di guida. Nonché di attivare tempestivamente i soccorsi laddove necessario. La tecnologia oggi gioca un ruolo fondamentale in ogni settore e quello motociclistico non fa eccezione. Sono questi alcuni temi trattati da Paolo Maria Pomponio, Direttore del Servizio della Polizia Stradale, in una intervista rilasciata per l’edizione 2022 della Guida alla Sicurezza di Viasat Group.
Sempre più moto e scooter in giro per le città. Qual è la ricaduta in termini di mobilità?
La diffusione delle due ruote a motore nel traffico cittadino è in crescita esponenziale. Si muovono con agilità, riducono i tempi degli spostamenti e possono essere parcheggiate facilmente. L’impatto sulla mobilità è quindi notevole, complice anche la diffusione dello “sharing” anche per i centauri. È intuibile come questa modalità che consente l’immediata disponibilità di un mezzo a due ruote abbia contribuito ad accrescere il numero di centauri in circolazione.
Come si approccia il tema sicurezza quando si parla di moto? E quanta preoccupazione genera nella Polstrada?
Chi si pone alla guida di un veicolo, dal monopattino al TIR, deve guidare con prudenza per la propria sicurezza, ma anche per quanti entrano nella loro traiettoria. Ancora più cautela va prestata da coloro che sono in sella a scooter e motocicli, in quanto utenti deboli della strada che in caso di incidente subiscono la sorte peggiore, a prescindere da quanto sia stata corretta la loro condotta di guida. La preoccupazione nella Polstrada esiste perché guidare è una cosa molto seria e non tutti, purtroppo, ne sono consapevoli. Le variabili che entrano in gioco nei sinistri stradali sono molteplici, come lo stato di manutenzione dell’infrastruttura, le condizioni di visibilità e quelle di aderenza del selciato, che possono essere compromesse da condizioni atmosferiche avverse. Ma va considerato anche il livello di abilità del conducente, perché talvolta si torna alle due ruote in età adulta, mentre i riflessi e l’elasticità non sono più quelli di un tempo. Per non parlare, poi, dello stato di efficienza del mezzo e della condotta degli altri conducenti, quest’ultima che ritengo essere la regina delle variabili, estremamente insidiosa poiché poco prevedibile.
Investire in “Cultura della guida sicura” anche e specificatamente per i centauri. Cosa pensa in proposito?
L’incidente stradale è la prima causa di mortalità e/o invalidità permanente per i giovani che hanno meno di 30 anni. È evidente che da soli i controlli non potranno mai essere sufficienti a ridurre il numero delle vittime. Ognuno deve sentirsi parte attiva nel complesso sistema della sicurezza stradale, vestendone i panni da attore protagonista, perché quella sicurezza riguarda tutti. La ‘Cultura della guida sicura’ sarà possibile diffonderla in modo più incisivo tra i centauri facendo comprendere loro che conviene sempre tenere uno stile di guida sobrio e virtuoso, perché si evita di far male a sé stessi e agli altri. Essere eccessivamente confidenti nelle proprie capacità, sottovalutare l’importanza delle regole e non prestare attenzione all’efficienza del mezzo possono fare la differenza tra la vita e la morte.
Guidare le moto è un rischio, si sa. È finalmente in crescita l’uso di dispositivi capaci di attivare immediati soccorsi in caso di incidente. Quanto sarebbe importante incentivarne la massima diffusione?
La chiamata automatica di emergenza, obbligatoria per i veicoli ormai dal 2018, è da tempo una realtà anche per le moto. Il sistema si basa su un localizzatore Gps (sul motoveicolo o sul telefono del pilota) in grado di registrare la posizione, nonché su una Sim per le chiamate di emergenza. Potrebbe trattarsi addirittura di una e-Sim, ovvero non della scheda fisica ma di un semplice circuito. Come per le quattro ruote, l’attivazione può essere automatica o manuale.