Dal primo, originale, antifurto satellitare Viasat di strada ne è stata fatta parecchia. Oltre 25 anni durante i quali la telematica satellitare ha fatto passi da gigante, pur mantenendo un perimetro di mercato praticamente ancora sottostimato e non ancora maturo rispetto ai volumi potenziali. In tutto questo, l’Italia ha dimostrato di possedere eccellenze di primo piano dal punto di vista tecnologico, ritagliandosi un ruolo da apripista in questo campo sul piano internazionale. Solo per citare l’esperienza di espansione sui mercati esteri del Gruppo Viasat, leader nel mercato LBS (Local Based Services), sono state create due newco, Viasat Servicios Telematicos in Spagna e Viasat Telematics in Gran Bretagna, a cui si è aggiunta la recente acquisizione del 70% della britannica Enigma Telematics, specializzata nel segmento del fleet management services dell’industria telematica. Una politica che consente al Gruppo di avere ora una presenza diretta in quelli che vengono generalmente considerati i tre Paesi europei di maggiore interesse per la diffusione di queste tecnologie (Italia, Regno Unito e Spagna), oltre a un presidio indiretto in oltre 20 Paesi in via di sviluppo, attraverso rapporti di distribuzione con operatori locali. Attualmente, parliamo di un parco circolante a livello europeo di 500 mila veicoli: oltre 400.000 privati o aziendali e più di 90.000 satellizzati a livello internazionale tra flotte aziendali, veicoli commerciali, gru per movimentazione container, macchine da cantiere e agricole, ecc.
Nei prossimi anni assisteremo a uno sviluppo esponenziale di questi sistemi infotelematici che cambieranno radicalmente il paradigma della mobilità dei mezzi e delle merci. E’ importante, però, definire il perimetro dei dispositivi satellitari che, a differenza di quanto sostenuto da molti, non sono tutti uguali. E’ un po’ come ritenere che un telefono cellulare economico, con limitate funzionalità, sia la stessa cosa di uno smartphone di ultima generazione iPhone o Samsung. Per usare una metafora automobilistica, nessuno crederebbe a chi sostenesse che guidare una Smart sia la stessa cosa di guidare una Ferrari. Ciò non toglie che un’utilitaria possa avere delle caratteristiche, ad esempio il prezzo, che ben si adattino alle esigenze di una vasta platea di consumatori.
Antifurto satellitare, scatola nera ed eCall
I dispositivi telematici satellitari, spesso identificati con quella brutta definizione di “scatola nera”, seguono un po’ le stesso logiche. Gli antifurti satellitari, antesignani delle diverse tipologie di soluzioni oggi in circolazione, avevano lo scopo fondamentale di proteggere il veicolo dal furto e, nel caso, questo avvenisse, consentire un rapido e puntuale ritrovamento, grazie alla localizzazione satellitare. Nel tempo si sono evoluti, affiancando alle tradizionali funzionalità di protezione, altri servizi di assistenza e sicurezza per l’automobilista, in particolare gli allarmi automatici e geolocalizzati in caso d’incidente verso la Centrale Operativa che permettono d’inviare soccorsi tempestivi sul posto, anche se la persona non è in grado, per qualsiasi ragione, di comunicare e chiedere aiuto. Un’applicazione in linea con le direttive dell’Unione Europea che, come noto, intende rendere obbligatorio sulle auto di nuova omologazione, il sistema eCall per la chiamata automatica al numero unico di emergenza europeo 112, a partire dal 31 marzo 2018 (Direttiva Europea 2002/22/EC del 7 marzo 2002). Un sistema che ha l’obiettivo di garantire la sicurezza ai cittadini, in caso d’incidente, comunicando ai servizi di emergenza l’ubicazione del veicolo anche se il conducente è incosciente.
Blackbox assicurative
Inoltre, la telematica ha reso possibile l’elaborazione dei dati registrati dagli apparati di bordo, nel rispetto doveroso e rigoroso delle norme a tutela della Privacy dei cittadini, per fornire informazioni utili per determinare la tipologia di utilizzo del veicolo, lo stile di guida e la ricostruzione dinamica dell’incidente. Da qui l’interesse di molte compagnie assicurative a utilizzare questi sistemi per configurare proposte di polizze più tagliate sui profili degli automobilisti (le famose formule ”Pay per use” o “Pay as you drive”) e, obiettivo non secondario, contrastare l’annoso fenomeno delle frodi. Nascono così le cosiddette “blackbox assicurative”, installate a bordo del veicolo e proposte dalla compagnia assicurativa al proprio Cliente, secondo un principio molto semplice: se installi questo dispositivo satellitare, ti riconosco uno sconto significativo sulla tua polizza. Negli ultimi anni l’adozione di soluzioni telematiche da parte delle Compagnie Assicurative rappresenta un processo fortemente in crescita con un modello di business efficace per ridurre il rischio e le frodi, nonché formulare polizze su misura del cliente, anche in ottica di risparmio e maggiore sicurezza. A questo punto vale la pena ricordare anche lo stato dell’arte sulla questione della portabilità e interoperabilità dei dispositivi telematici satellitari di bordo, aspetto sicuramente importante per lo sviluppo di questo mercato. Il DL Liberalizzazioni (Decreto legge 24 gennaio 2012, n. 1), poi convertito nella legge 24 marzo 2012 n. 27, ha cercato di fissare le premesse per una regolamentazione di questo settore, affidata a un decreto attuativo, mai attuato e atteso ormai da quasi due anni e mezzo. Come si può immaginare, qui la partita è tutta politica, non è un problema di dispositivi o di tecnologia, ma di volontà e di conoscenza della materia. Non dobbiamo dimenticare che i dispositivi satellitari non servono solo a dare la posizione del veicolo, ma rappresentano il terminale di un complesso sistema infotelematico necessario per poter erogare servizi affidabili e utili a diversi livelli, inclusa la gestione efficiente delle attività di trasporto merci e persone. Si sta combattendo una battaglia culturale fondamentale su questi temi per vincere la sfida competitiva che ci attende nei prossimi anni. Investire maggiormente nella formazione potrebbe essere estremamente utile per fare uno scatto in avanti tutti insieme.
Telematica per l’autotrasporto
Veniamo, dunque, al tema dell’autotrasporto, soprattutto quello nazionale. La telematica satellitare è una scelta ineludibile per dare a questo comparto tutta l’efficienza di cui ha bisogno per competere in Italia e all’estero. Ignorare questo imperativo vuol dire ripetere l’errore commesso trent’anni fa da molte imprese che non hanno assecondato il cambiamento imposto dall’informatica. Chi non lo ha fatto è stata sbaragliata sul mercato. Forse merita ricordare, ancora una volta, come nei dati del “Logistic Performance Index”, elaborati dalla Banca Mondiale, l’Italia compare al 24° posto nel mondo per performance logistica, nonostante sia l’ottava economia mondiale. Secondo le stime del Piano Nazionale della logistica, approvato nel 2012 dalla Consulta dei trasporti e della logistica, l’inefficienza nel sistema logistico costa al Paese oltre 40 miliardi di euro, pari al 2,5% del PIL. Di fronte a questi numeri, la questione dell’innovazione tecnologica per questo settore assume una valenza non solo strategica, ma vitale.
UIRNet e Sistri
Vogliamo parlare delle esperienze della piattaforma UIRNet e Sistri? Come sappiamo tutti, quest’ultima è stato un progetto “secretato” e “criticato” le cui finalità sono pregevoli, per quanto la realizzazione sia un esempio di mancata sinergia con chi già opera con successo sul mercato, mentre UIRNet propone un progetto di Piattaforma Logistica Nazionale, tutt’ora in corso, ma ancora in fase di sviluppo. UIRNet può rappresentare una grande opportunità, a patto che non la si trasformi in una Sistri 2, la vendetta. Esistono casi di successo che dimostrano ampiamente come le tecnologie telematiche satellitari, applicate al mondo del trasporto e della logistica, utilizzate al meglio, determinino vantaggi concreti sul piano di una maggiore efficienza, e quindi di minori costi, per le aziende e il Paese. Da uno studio realizzato da Viasat emerge come l’adozione di queste soluzioni per la gestione delle flotte di trasporto merci possa contribuire a ridurre i costi fino a 10 mila euro l’anno per mezzo con un rapporto tra investimento e benefici di 1 a 17.
Qui è possibile visionare lo studio completo.
Servizi a valore aggiunto per l’autotrasporto
Ritornando al tema dei dispositivi, non si può pensare che per gestire un’attività così complessa come quella del trasporto merci e persone possa bastare un antifurto satellitare evoluto o una black box assicurativa. Occorrono soluzioni sofisticate per elaborare i dati in informazioni e trasformare quest’ultime in conoscenza, fornendo al gestore di flotta un sistema di knowledge base, come la webconsole Runtracker Viasat, in grado di rendere più efficiente ed efficace la propria gestione, ridurre i costi operativi e migliorare i risultati di business. Facciamo un esempio pratico: un mezzo di trasporto circola sulla rete stradale ed è necessario sapere sempre con esattezza dove si trova per ottimizzare al meglio il suo percorso, anche solo per variare l’itinerario in funzione del traffico, lavori stradali, incidenti. Per fare questo, bisogna poter comunicare in tempo reale (e possibilmente a basso costo) con il conducente, fornendogli le indicazioni puntuali sulle varie missioni e magari ottimizzare anche i viaggi a vuoto, cogliendo delle opportunità che si possono presentare avendo un mezzo in un determinato luogo, a consegna avvenuta, dove qualcuno ha la necessità di spedire un carico. A questo si aggiunge l’esigenza del gestore di poter monitorare le ore guida, le pause, il consumo del carburante, la velocità degli automezzi, dove si trovano rispetto all’obiettivo di consegna e altre informazioni molto preziose che permettono di organizzare il lavoro, sopperire agli imprevisti e aumentare l’efficienza risparmiando carburante, velocizzando le consegne, impiegando al meglio la flotta e fornendo un addestramento mirato ai propri conducenti per uno stile di guida più appropriato e funzionale a una migliore efficienza del mezzo. Tutti elementi che contribuiscono, aspetto non trascurabile, anche a una maggiore sicurezza del personale conducente e a una diminuzione sensibile dell’inquinamento a tutto vantaggio dell’ambiente e di una mobilità eco-sostenibile.
Processi doganali e transito delle merci nei nodi della rete intermodale
Le soluzioni tecnologiche esistono e consentono di monitorare in maniera puntuale e precisa la propria attività per gestire in maniera ottimale e in tutta sicurezza il flusso distributivo delle merci fino alla destinazione finale. Un esempio tra tanti è quello del processo doganale e del transito delle merci nei nodi della rete intermodale. Una delle esigenze più sentite riguarda la minimizzazione dei tempi in cui i container sostano, aumentando nel contempo la sicurezza dell’intera filiera di distribuzione. Per quest’ultimo aspetto esistono soluzioni predisposte per integrare un sistema Zigbee (tecnologia radio di prossimità per realizzare reti di tipo Wireless Personal Area Network) o RFid con una sorta di sigillo elettronico di garanzia, dotato di tag RFid passivo, e relativo lettore), di semplice implementazione, per rilevare possibili tentativi di manomissione dei container. Le informazioni raccolte, conseguentemente, possono essere trasmesse a una centrale operativa tramite i dispositivi satellitari associati e messe a disposizione del gestore di flotta e utilizzate per il monitoraggio del trasporto delle merci ad uso e consumo degli operatori doganali. L’adozione di questi sistemi può migliorare nettamente la qualità del lavoro degli operatori coinvolti, sgravandoli dalle mansioni più di basso profilo, favorendo al contrario un aumento delle condizioni di sicurezza del processo di distribuzione, una velocizzazione delle diverse operazioni connesse alla mobilità delle merci e una maggiore efficienza dei controlli.
Molte di queste operazioni vengono attualmente condotte con il supporto dei palmari, reti wireless o, addirittura, nel caso della verifica dell’integrità del container, compiuto a vista. Per tornare all’esempio delle aree intermodali o doganali, una gestione di questo tipo potrebbe essere ottimizzata con l’ausilio di apparati satellitari in grado di dialogare tra di loro per automatizzare e velocizzare buona parte delle operazioni di controllo e verifica. Ne deriverebbe un drastico snellimento delle attività manuali a beneficio di una gestione operativa e amministrativa più moderna ed efficiente.
Dalla localizzazione dei mezzi alla tracciabilità delle merci
Nel prossimo futuro, le esigenze di localizzazione satellitare passeranno sempre di più dai mezzi alle merci trasportate. La tracciabilità dei prodotti, quindi la possibilità di ricostruire il percorso, ad esempio, degli alimenti dai campi alla tavola, sono divenuti nel corso degli ultimi anni fattori sempre più distintivi e capaci di creare valore per la filiera agroalimentare. Essere in grado di garantire ai consumatori la sicurezza alimentare, l’origine e la qualità dei prodotti, la sostenibilità dei processi produttivi e la coerenza della catena logistica permette di offrire al mercato trasparenza e sicurezza. In un contesto nel quale i mercati di sbocco dei prodotti, anche quelli agroalimentari, sono sempre più diversificati e geograficamente lontani, e la distanza, sia fisica e sia culturale, tra chi produce le materie prime e il consumatore finale è progressivamente aumentata, il sistema di garanzie non può più essere affidato al contatto personale tra acquirenti e venditori. Dunque, dominare e presidiare la catena logistica di trasporto diviene elemento fondamentale e strategico per preservare l’eccellenza dei nostri prodotti, prevenire frodi e abusi, permettere ai consumatori di essere garantiti nelle loro scelte. Stesso discorso vale per altre tipologie di merci sensibili, basti pensare a tutta la cronaca di questi anni relativa al trasporto dei rifiuti o delle merci pericolose.
L’infotelematica e le tecnologie satellitari mettono a disposizione degli operatori del settore soluzioni innovative per il trasporto delle merci, dal produttore al distributore e al consumatore. Ne è un esempio il nuovissimo sistema di localizzazione Viasat BluTrack (guarda anche il video) disponibile in versione autoalimentata e a filo, configurabile con sensori di temperatura, umidità e fotodiodo per la segnalazione dell’apertura dei portelloni, concepito espressamente per il monitoraggio della merci, indipendentemente dal mezzo di trasporto utilizzato (container, casse mobili, rimorchi, semi rimorchi, vagoni ferroviari, ecc.). Soluzione che offre una serie di vantaggi indiscutibili a tutti gli attori della filiera, a partire dal consumatore che ha la garanzia puntuale che il prodotto presente sugli scaffali della distribuzione commerciale sia di qualità certificata nella produzione, nel trasporto e nella consegna.
Guardare al passato per scrivere il futuro
In conclusione, come detto in apertura, il mercato delle soluzioni telematiche satellitari è indubbiamente una grande opportunità per lo sviluppo e l’innovazione del nostro Paese con tutti i benefici che ne potrebbero derivare in termini di crescita economica, di competenze professionali e, quindi, occupazionali. L’Italia sarà protagonista di questo cambiamento epocale? Ci auguriamo che non si ripetano gli errori del passato, come è accaduto nell’informatica, quando l’esperienza vincente dei precursori nazionali di quella rivoluzione (Olivetti in primis) è stata dispersa per scelte strategiche-politiche malauguratamente miopi.