Tecnologia al Servizio della Sicurezza

Intervista con Umberto Guidoni, Segretario Generale FONDAZIONE ANIA, Dirigente Responsabile Auto e Card

La tecnologia dei veicoli moderni e gli sviluppi costantemente nuovi del settore automobilistico e dei suoi fornitori hanno contribuito in modo decisivo negli ultimi anni a migliorare la sicurezza stradale sulle strade del mondo. Un elevato potenziale per la prevenzione degli incidenti viene offerto, oggi e in futuro, dall’adozione e diffusione della tecnologia IoT, soprattutto per la messa a punto dei sistemi di assistenza alla guida più innovativi, utilizzati come elementi di sicurezza attiva o integrale.

Quali sono le fenomenologie in atto in tema di sicurezza stradale?
Negli ultimi 15 anni abbiamo assistito ad un calo costante del numero delle vittime sulle strade con la sola eccezione del 2015. Questo lascia intendere che il lavoro che si sta facendo sulla prevenzione e sull’educazione va nella giusta direzione. Analizzando le statistiche sugli incidenti nel dettaglio si rileva che gli utenti deboli sono una categoria che va tutelata con misure ad hoc; nel 2016 i ciclisti, per esempio, hanno fatto registrare un aumento delle vittime intorno al 10% rispetto all’anno precedente.
Stesso discorso vale anche per i motociclisti e per i pedoni. Se ci si sofferma, invece, sull’analisi delle cause degli incidenti stradali, si conferma il preoccupante trend degli ultimi anni che mostra come la distrazione al volante sia la prima causa di incidentalità. Per usare l’espressione dell’ex Segretario Generale dell’Onu, Ban Kimoon, la guida distratta è ormai una vera e propria epidemia.

Big Data, IoT, fanno rima con Scatola Nera ed eCall. La telematica motore di questo processo rivoluzionario?
Sono molteplici e avvincenti le potenzialità dei Big Data e dell’Internet of Things. L’adozione e la diffusione di tecnologie e applicazioni IoT sono in fortissima crescita. Strumenti come le Scatole Nere, da anni diffuse nel mercato assicurativo italiano tanto da farlo diventare il primo al mondo in fatto di telematica, nonché l’attuazione della disposizione UE 2015/758 che ha introdotto in via obbligatoria il sistema di chiamata d’emergenza eCall su tutte le auto nuove omologate a partire dal 31 marzo 2018, consentono di raccogliere un numero enorme di dati. La telematica, concordo con lei, è stata ed è il motore di questo processo rivoluzionario, perché la disponibilità di dati sta realmente determinando un cambiamento di tipo cognitivo, permettendoci la scoperta di nuove relazioni tra dati, persone ed oggetti. Le persone saranno così più consapevoli di quello che fanno e avranno un maggior empowerment, inoltre, le assicurazioni potranno proporre prodotti personalizzabili per il Cliente. La sfida ancora da vincere sta nelle modalità di analisi di questa mole di informazioni che al momento è ancora poco sofisticata ma piuttosto grezza e superficiale. Il futuro va verso la personalizzazione dei dati, grazie ad una maggiore capacità di elaborazione, per questo tra “Big Data” e “Scatole Nere” va riempito lo spazio ancora vuoto dei sistemi di comprensione delle informazioni, degli algoritmi di analisi. Questa è la sfida che ci troviamo davanti.

Intanto per gli utenti più deboli avete lanciato la Campagna “Sicuri in bicicletta”. Di cosa si stratta?
Si tratta di un’iniziativa nata per tutelare una delle categorie di utenti della strada più a rischio di incidenti, ovvero quella dei ciclisti. Una platea di oltre 12milioni di persone se si sommano coloro che ogni giorno usano la bicicletta per effettuare il percorso casa lavoro o per una pedalata nel tempo libero, nonché i 75mila atleti iscritti alla FCI, molti dei quali si allenano sulle strade. Lo scopo del progetto è quello di aumentare la sicurezza dei ciclisti sulle strade con iniziative che favoriscano l’uso di protezioni e, al tempo stesso, riducano i comportamenti a rischio di chi usa la bicicletta per una passeggiata o per allenamenti. Per raggiungere l’obiettivo, insieme alla Federazione ciclistica, alla Polizia e al ministero dei Trasporti, è stato studiato un percorso che prevede attività formative per i giovani atleti delle società sportive, attività formative nelle scuole e l’utilizzo di tutorial che descrivono le principali regole da tenere in bicicletta. A tutti gli iscritti della Federazione verrà distribuito un opuscolo informativo realizzato dalla Fondazione ANIA che riepiloga le principali regole da rispettare quando si va in bici.

Anche i motociclisti rivendicano maggiore attenzione. Cosa si sente di dire loro?
Anche questa è un’altra categoria di utenti deboli della strada particolarmente a rischio. Nell’ultimo anno c’è stato un incremento dei morti soprattutto tra coloro che utilizzano il ciclomotore. La Fondazione ANIA da sempre riserva progetti dedicati alla formazione dei motociclisti e dei ciclomotoristi e, anche quest’anno, avremo delle iniziative. Nel mese di maggio sarà operativo ANIA Campus, un tour itinerante dedicato al corretto utilizzo di ciclomotori e motocicli che coinvolgerà gli studenti di scuole superiori selezionate in varie zone d’Italia. Dopo un’attività teorica in aula, gli alunni avranno la possibilità di imparare tecniche di guida sicura con istruttori professionisti che allestiranno percorsi nelle aree adiacenti le scuole. Particolare importanza, poi, verrà data all’utilizzo corretto di tutti i sistemi di protezione, dal casco al paraschiena.