Intervista con Vittorio Rizzi (Direttore Polizia Stradale)
Tutto viaggia su strada: le comunicazioni, la cultura, l’economia e, purtroppo, anche l’illegalità. Accanto al suo compito più conosciuto di prevenzione e controllo in materia di sicurezza sulle strade, la Polizia Stradale costituisce un primo baluardo alla criminalità, attraverso i servizi di vigilanza e di controllo lungo quelle arterie stradali, dove risulta più elevato il rischio per gli automobilisti e gli autotrasportatori. Le sempre migliori capacità investigative e la maggiore diffusione di dispositivi di tracking connessi alle centrali che, ricevendo il segnale SOS, lo trasmettono immediatamente alle sale operative delle forze dell’ordine per richiedere un pronto intervento, sono determinanti per dare scacco matto all’illegalità.
Direttore Rizzi, tutto viaggia su strada, purtroppo anche l’illegalità. Quali i reati più diffusi sulle strade italiane?
Ci sono dei comportamenti che per la loro gravità e la potenzialità di mettere a repentaglio l’incolumità di chi viaggia, sono già previsti e puniti dal Codice della Strada: condurre un veicolo senza aver conseguito la patente per la relativa categoria; guidare in stato di ebbrezza con un tasso di alcool nel sangue superiore allo 0,8 g/l; mettersi al volante in stato di alterazione dopo l’assunzione di sostanze stupefacenti; non fermarsi o non prestare assistenza nel caso in cui ci si trovi coinvolti in un incidente; organizzare o partecipare a una gara di velocità non autorizzata. Oltre a contrastare queste condotte, alla Polizia Stradale è affidata la lotta contro tutte le forme di criminalità che hanno al centro la strada ed il veicolo: dal traffico nazionale e internazionale di mezzi di illecita provenienza, alle rapine agli autotrasportatori, ai furti di veicoli o ai danni di automobilisti in sosta, alle truffe ai viaggiatori, alle frodi assicurative, alla falsificazione di documenti del mezzo o del conducente, alla manomissione del dispositivo cronotachigrafo.
Entrando nello specifico cosa dicono i numeri?
L’attività investigativa condotta dalla Polizia Stradale nel 2012 ha portato a quasi 1.500 arresti e 12.500 denunce per le varie tipologie di reati che vengono commessi sulle strade. Tra i casi più frequenti che si verificano, soprattutto ai danni dei viaggiatori che fanno una pausa nelle aree di servizio, è quello del furto avvalendosi di un cosiddetto jammer, un abbattitore di frequenze che impedisce la chiusura automatica delle portiere dell’auto e consente ai malviventi di introdursi nell’abitacolo per asportare i bagagli e gli effetti personali. Sempre ai danni dei mezzi in sosta, preferibilmente nelle ore notturne, è stata recentemente registrata una impennata di furti di carburante anche per il suo accresciuto valore di mercato: più bande sono state sorprese in flagranza mentre, con l’aiuto di pompe elettriche, aspirano il gasolio dai veicoli commerciali, mentre il conducente riposa all’interno della cabina di guida. E’ stata poi sgominata una banda che clonava le carte di credito anche ai danni degli esercizi commerciali ubicati lungo la rete autostradale: oltre alle card riprodotte, è stata rinvenuta tutta l’apparecchiatura per l’operazione, comprensiva di microtelecamera atta alla duplicazione. Sotto un profilo di crimine più articolato, diverse le associazioni delinquenziali che dopo aver acquistato veicoli di alta gamma li pagavano con assegni falsi: i mezzi, tutti immatricolati in Italia, venivano immediatamente radiati dalla circolazione ed esportati all’estero per essere commercializzati. Inoltre, sono state scoperte delle tecniche messe in campo dai conducenti di mezzi commerciali che si avvalevano di magneti o dispositivi elettronici capaci di incidere sul corretto funzionamento dei cronotachigrafi, così da non far emergere le violazioni commesse in tema di tempi di guida e di riposo o di superamento dei limiti di velocità.
La prevenzione è il primo baluardo contro l’illegalità che gira sulle strade. Quali numeri descrivono al meglio l’attività della Polizia Stradale?
Il nostro primo intento è quello di essere vicini ai cittadini che si muovono, per assicurare loro libertà di circolazione e garantire che gli spostamenti avvengano nella massima sicurezza. Ogni giorno i nostri equipaggi – circa 1.500 tra rete autostradale e stradale – soccorrono 1.200 automobilisti in difficoltà per un guasto meccanico o per malessere di uno dei passeggeri: numerose sono al riguardo le lettere di ringraziamento che pervengono da parte degli utenti soccorsi. Quotidianamente rileviamo circa 160 incidenti, che possono comportare solo danni alle cose o avere conseguenze anche gravi sulle persone: tocchiamo così con mano la sofferenza che gli incidenti stradali provocano, ed è per questo che mettiamo il massimo impegno per prevenirli. Ma come giustamente si osservava, siamo sulla strada anche per sanzionare i comportamenti pericolosi, tanto che nel 2012 abbiamo accertato quasi 2.500.000 di infrazioni al Codice della Strada di cui quasi 900.000 per eccesso di velocità. Abbiamo controllato 1.600.000 conducenti con etilometri e strumenti precursori per alcool, elevando circa 1.450 contestazioni; sono state infine ritirate quasi 53.000 patenti e poco meno di 45.500 carte di circolazione.
Quanto i dispositivi tracking, correlati a sistemi di allarme per richiedere un vostro immediato intervento, contribuiscono alla protezione personale?
Adottare delle misure di sicurezza sempre più sofisticate sul veicolo, come quelle che ne consentono la costante localizzazione, è certamente un modo per contribuire anche a tutelare maggiormente le persone che vi viaggiano a bordo. La buona riuscita di un’attività info-operativa è sempre legata alla tempestività con cui si riesce a intervenire sull’evento criminoso. In questo caso è determinante l’immediato contatto tra le aziende produttrici dei dispositivi, che sono in grado di conoscere istante per istante la posizione del veicolo, e le sale operative delle forze dell’ordine che, grazie al loro supporto, possono intercettarne la traiettoria.