Occhio alla moto

Intervista con Corrado Capelli, Presidente Confindustria ANCMA

Si dice che “L’amore per la moto riesce, quasi per magia, a liberare l’energia imprigionata nel cuore degli uomini, e a illuminare i sotterranei dell’anima.” Questo è certamente vero perché viaggiare in moto è un evento piacevole, sarà per il senso di libertà che genera oltre che per la comodità in alcuni ambiti. Ma è anche una modalità di trasporto pericolosa, e i dati sull’incidentalità stanno li a dimostrarlo. Ma la tecnologia, in tale contesto ha già fatto molto per mettere in sicurezza il motociclista, e molto ancora potrà fare.

Incidentalità stradale e moto. Quali sono gli ultimi dati disponibili?
Il 2015 ha segnato un momento di svolta nell’incidentalità stradale, con un inversione di rotta nel numero degli incidenti e delle vittime, che – fino all’anno precedente – erano in costante calo. I dati relativi ai veicoli a due ruote sono in linea con questo trend, avendo fatto registrare un aumento – rispetto al 2014 – del 5% delle vittime e dello 0,3% dei feriti. Il ritorno al segno più non pregiudica gli ottimi risultati registrati negli anni precedenti (nell’ultimo lustro le vittime su veicoli a due ruote sono diminuite del 23%, facendo registrare un trend ancora migliore rispetto a quello delle auto, che si sono “fermate” a – 15%), ma di certo si tratta di un campanello d’allarme che deve essere valutato con molta attenzione.
Fattore umano, infrastruttura stradale, manutenzione non adeguata. Insomma, quali sono le cause principali degli incidenti?
Il fattore umano è determinante per le moto come per tutti gli altri veicoli circolanti su strada, anche in considerazione del fatto che il ruolo del conducente – nel caso di moto e scooter, cioè veicoli caratterizzati da maggiore instabilità e minore protezione offerta agli occupanti – è fondamentale, nel bene e nel male. Tuttavia, per le stesse ragioni, sulla sicurezza dei motociclisti pesano moltissimo anche altri fattori, primo tra tutti lo stato delle infrastrutture. L’ISTAT ci dice che, nel 2015, la presenza di ostacoli accidentali o fissi sulla strada ha provocato la morte di 89 centauri e il ferimento di altri 1.709: il 28% delle vittime provocate da queste cause sono motociclisti. Per queste ragioni, ANCMA sta spingendo affinché nel codice della strada vengano approvate modifiche che tutelino gli utenti delle due ruote: dal riconoscimento dello status di “utenti vulnerabili” alla messa in sicurezza dei guard rail. Purtroppo il disegno di legge che dovrebbe riformare il codice stradale è fermo al Senato da ormai due anni e per ora sembra lasciare poche speranze che il processo di riforma veda la fine.
Il settore moto tra tecnologia e sicurezza. Quali sono le tendenze in atto?
Il ruolo del veicolo e della sua evoluzione tecnologica è spesso sottovalutato nell’analisi dell’incidentalità stradale. Negli ultimi anni invece, lo sforzo dei costruttori è andato nella direzione di progettare veicoli che sappiano adattarsi alle capacità di guida degli utilizzatori. In questo senso, l’elettronica ha giocato una parte molto importante: dall’evoluzione dell’ABS (reso obbligatorio dalla normativa comunitaria su tutti i modelli con cilindrata superiore a 125cc.), alle sospensioni “intelligenti”, che si adattano alle caratteristiche della strada, dalla mappatura del motore, che permette al conducente di adattare le prestazioni della moto alle proprie capacità di guida, ai raffinati sistemi antisaltellamento della frizione ed antiwheeling per l’uso in pista. Il principio è che le moto del futuro prossimo avranno, di fianco al conducente in carne ed ossa, un pilota “virtuale”, che sarà in grado di correggere gli errori e frenare le intemperanze del primo. Raggiunta la maturità tecnologica, il prossimo obiettivo sarà quello di favorire la diffusione di questi dispositivi sul maggior numero possibile di modelli presenti sul mercato, a prezzi accessibili a tutti.

Sistemi telematici che registrano moto a terra ed inviano i soccorsi in automatico. Si sta diffondendo la Scatola Nera non solo per le auto ma anche per le 2 ruote. Un ulteriore passo avanti in nome della sicurezza?
La guida interconnessa non potrà escludere, in futuro, i veicoli a due ruote. I costruttori europei di motocicli, rappresentati dall’ACEM, hanno recentemente sottoscritto un protocollo d’intesa, in virtù del quale si impegnano a promuovere e sviluppare applicazioni ITS per migliorare la sicurezza degli utilizzatori. L’accordo prevede la messa in commercio di almeno un modello equipaggiato con dispositivi ITS, nel caso come optional, entro il 2020. C’è poi la ricaduta sul versante assicurativo: l’esistenza di sistemi telematici a bordo del veicolo dovrebbe consentire anche un risparmio sulle polizze. Secondo nostre stime, la Scatola Nera può portare risparmi del 25% sul costo assicurativo, con punte di 200 euro per gli scooter e 350 euro per le moto.
Quali le regole da ricordare sempre quando si viaggia su 2 ruote?
Innanzitutto che vedere non equivale ad essere visto: la mancata percezione di moto e scooter è tra le principali cause di incidente. Le caratteristiche fisiche e dinamiche delle due ruote (piccole dimensioni, elevata accelerazione), unite alla distrazione degli automobilisti, sono spesso causa di errata interpretazione delle intenzioni del motociclista, con conseguenze che possono essere anche molto severe. È fondamentale prevedere i pericoli, prima ancora che si manifestino. Poi c’è il tema della manutenzione del mezzo: il veicolo deve essere portato in officina per tagliando e controlli con la stessa frequenza con la quale una persona che non vuole avere problemi di salute va dal medico per un check-up. Ed infine non si può dimenticare nemmeno l’aspetto dell’abbigliamento protettivo: il casco è obbligatorio e l’utilità del paraschiena dovrebbe convincerci a vincere il fastidio di doverlo indossare.

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