Intervista con Barbara Panzeri Direttore Marketing e Responsabile del Centro Studi e Documentazione DIRECT LINE.
Direct Line entra nel mercato italiano ad inizio 2002 e si distingue da subito per essere una compagnia di assicurazione auto dalla parte dei consumatori, dimostrando agli assicurati che è possibile risparmiare sulle polizze senza per questo dover rinunciare alla qualità del servizio, battendosi per un mercato più trasparente e semplice per tutti e per una maggiore sicurezza sulle strade a vantaggio non solo della vita delle persone ma anche sul costo delle polizze. È per questo che nel 2006 è stato istituito il Centro Studi e Documentazione: un osservatorio sempre aggiornato sugli atteggiamenti e i comportamenti degli automobilisti italiani avente il duplice obiettivo di studiare soluzioni assicurative innovative a vantaggio della competitività. Ogni anno il Centro Studi e Documentazione Direct Line interroga gli italiani portandoli ad auto valutarsi e a valutare i comportamenti alla guida di chi condivide con loro la strada. I risultati mostrano un’Italia bizzarra: consapevole dei rischi che si corrono, ma ancora un po’ troppo “larga di manica” quando si tratta di giudicare i propri errori. Una delle ultime ricerche ha dimostrato come a rendere poco sicura la guida dei nostri connazionali non siano solo le lacune teoriche, ma anche e soprattutto le fonti di distrazione al volante: si va dal classico utilizzo del cellulare al “make up on the road“.
Direct Line ha sondato gli automobilisti italiani. Come ne escono?
Se vogliamo trovare qualcosa, la nota positiva è la consapevolezza del pericolo indotta da anni di campagne di sensibilizzazione. Ne è un esempio l’uso del cellulare alla guida, che nonostante il perdurare di questo comportamento scorretto di cui in taluni casi si sottovaluta il pericolo, la maggior parte degli italiani è cosciente dei rischi: l’80% degli intervistati ha infatti riconosciuto senza dubbi proprio l’uso del cellulare come maggiore fonte di pericolo per chi fruisce della strada.
Entrando nello specifico, quali sono i comportamenti ritenuti più pericolosi?
Come accennato, il primato tra i comportamenti più pericolosi quando si conduce un’auto secondo gli italiani spetta alla brutta abitudine di scrivere e leggere sms mentre si guida; a seguire troviamo i sorpassi azzardati praticati quando non si ha la giusta visuale della strada, il mettersi alla guida dopo essersi concessi un bicchiere di troppo e parlare al telefono senza utilizzare l’auricolare. Da non sottovalutare nemmeno la tendenza a non rispettare le distanze di sicurezza e superare i limiti di velocità. Tutti comportamenti stigmatizzati, ma anche confessati dagli stessi automobilisti. I dati riportano anche uno spaccato sui fattori di maggior pericolo nelle realtà cittadine. È interessante notare che i guidatori di città si ritengono minacciati soprattutto dagli altri automobilisti: più della metà (54%) riconosce negli automobilisti “selvaggi” una concreta minaccia per chi guida, insieme allo spericolato zigzagare dei motorini in mezzo al traffico e la situazione non sempre ottimale delle nostre strade.
Quanti sono quelli che al contrario si giudicano attenti e scrupolosi? E in base a quale criterio?
I “guidatori senza peccato” non sono in realtà molto numerosi. Il nostro sondaggio rivela infatti che solo il 35% del campione si ritiene particolarmente attento e afferma di non commettere alcuna infrazione del codice della strada, una percentuale non esigua, ma ancora troppo ristretta. Lo scopo di questo sondaggio era infatti quello di far riflettere gli automobilisti italiani sulla pericolosità di pratiche ancora troppo sottovalutate e mantenere sempre alta l’attenzione su queste tematiche, sviluppando un sempre maggiore senso civico tra i fruitori della strada.
Analizzando i dati per fascia di età cosa emerge?
Analizzando i dati per fasce d’età, si nota come i più inclini a distrarsi siano proprio i giovani tra i 18 e i 24 anni (che registrano la percentuale più alta di utilizzo del cellulare al volante con il 24%), mentre agli over 45 va il premio dei più responsabili, solo il 2% afferma infatti di mettersi alla guida dopo aver bevuto alcolici.
Il rapporto tra gli automobilisti italiani e la tecnologia potrebbe essere definito sostanzialmente funzionale. Una nostra recente indagine ha infatti dimostrato che gran parte degli italiani sogna un’auto dotata di equipaggiamenti tecnologici come pilota automatico e sistemi frenanti per le situazioni di pericolo. Non mancano naturalmente desideri al limite della fantascienza come l’autoradio 3D, la possibilità di spostarsi agevolmente sia su strada sia sull’acqua o tecnologie che permettano al veicolo di tenere sveglio l’autista. A proposito della Scatola Nera, troviamo che sarebbe certamente utile per prevenire i furti e limitare le frodi e pensiamo che sia un buon dispositivo a cui affidarsi. Inoltre, siamo da sempre sostenitori della necessità di creare una banca dati elettronica nazionale che contenga tutti i profili di rischio degli automobilisti. Tale banca, condivisa da IVASS, Motorizzazione, Polizia Stradale e compagnie assicurative, oltre a rappresentare un concreto passo in avanti sul fronte della trasparenza complessiva del sistema, costituirebbe infatti anche un significativo sistema di prevenzione di frodi e truffe.
Un’ultima cosa. Dagli automobilisti indisciplinati e distratti emerge qualche segno di pentimento?
L’ammissione della colpa è già un buon passo per il pentimento. Come sottolineato precedentemente, nonostante il perpetuarsi di pratiche pericolose, gli automobilisti stanno sviluppando una crescente sensibilità verso la tematica della sicurezza stradale ma di strada, passatemi il gioco di parole, ne devono ancora fare. Guidare responsabilmente è un dovere per se stessi e per gli altri, a questo scopo è importante attuare una continua promozione della cultura della sicurezza stradale che passi dalla conoscenza del codice della strada alla consapevolezza della pericolosità di una guida irresponsabile.