Il car sharing non esce dalla crisi

In Italia, i servizi che consentono a qualsiasi automobilista di usare un veicolo in condivisione con altri utenti, hanno fatto diversi passi indietro tornando ai livelli precedenti al 2016, sia in termini di parco macchine, sia di corse effettuate. Secondo all’ultimo rapporto promosso dall’Osservatorio Nazionale Sharing Mobility, eravamo arrivati a 7mila veicoli disponibili nel 2019, ridotti nei due successivi anni della pandemia a poco più di 5mila. Non è un buon segnale se si tiene conto che abbiamo nove città che si candidano ad essere a zero emissioni entro il 2030: Bergamo, Bologna, Firenze, Milano, Padova, Parma, Prato, Roma e Torino.

Poter rinunciare alla propria vettura significa spendere meno oltre che inquinare meno ed è forse per questo che un settore simile dovrebbe rientrare nelle strategie del Paese. Non certo penalizzando la proprietà di una vettura, ma favorendone la rinuncia garantendo la continuità e la qualità di quei servizi che offrono i veicoli condivisi. Stiamo parlando di servizi di pubblica utilità che andrebbero se non aiutati quantomeno non ostacolati con dazi gravosi per l’accesso ai centri storici e il parcheggio entro le strisce blu. Cosa che accade ad esempio a Madrid, una delle città che ha il maggior numero di servizi di car sharing in Europa, o ad Amburgo dove la municipalità ha fatto un accordo con i servizi di car sharing chiedendo l’elettrificazione dei mezzi ma prendendo l’impegno di mettere a terra una struttura diffusa per la loro ricarica.

C’è poi l’aspetto puramente economico. Secondo alcune stime dal sito Motor1, per mantenere un’auto fra costi di possesso e costi di utilizzo bisogna spendere un minimo di 750 euro all’anno con una media di 1250 euro, escluso il carburante. Se poi aggiungiamo la benzina, si arriva a circa 3650 euro per una macchina compatta, ovvero 304 euro al mese. Sempre tenendo presente che si tratta di veicoli che nel 95% del tempo restano parcheggiati. Un solo veicolo in car sharing può arrivare a sostituire fino a 18 macchine private. Se ad esempio a Roma ci fossero 20mila auto condivise si potrebbero togliere dalla strada 200mila vetture.

Per favorire un nuovo sistema di mobilità urbana, occorre una nuova concezione dello spostarsi, combinando trasporto pubblico e uso condiviso di veicoli ecologici, a noleggio e in sharing, nella massima sicurezza. Un habitat perfetto per Viasat che, forte dell’esperienza maturata nell’ambito della telematica automotive, affianca i consumatori finali, il canale retail, la rete dealer e car dealer, le società di noleggio e di leasing e la Pubblica Amministrazione, attraverso un sistema connesso che permette una completa e proficua interazione tra chi offre un servizio e chi ne fruisce.

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