Intervista con Armando Forgione, Direttore Centrale per la Polizia Stradale, Ferroviaria,
delle Comunicazioni e per i Reparti Speciali – POLIZIA DI STATO
Bande sempre più tecnologicamente avanzate e senza scrupoli. Come operano?
Si tratta di gruppi delinquenziali – si parla a riguardo batterie perché al loro interno ognuno ha compiti specifici – generalmente italiani o dell’est Europa. II modus operandi ricorrente, nell’ipotesi di furto, è il ‘taglio telo’ praticato sulle protezioni dei mezzi commerciali durante la fermata notturna o anche la forzatura dei portelli dei vani di carico. Le rapine, avvengono solitamente nell’area di servizio o di sosta ma non sono pochi neanche gli episodi di assalto durante il percorso: il Tir viene prima fatto rallentare e poi indotto a fermarsi da un mezzo che gli si pone davanti. In quest’ultimo caso ne consegue quasi sempre il sequestro del conducente, rilasciato quando la merce risulta collocata in un magazzino di ‘appoggio’, con l’intento di ritardare la denuncia ed assicurarsi il necessario vantaggio sull’intervento delle forze dell’ordine. In quanto a tecnologia è consueto nelle bande organizzate l’utilizzo di Jammer disturbatore di frequenza per la schermatura dei segnali e le onde elettromagnetiche dei sistemi di allarme.
Quali le merci maggiormente rubate?
Le merci più aggredite risultano essere: l’elettronica di consumo (televisori, tablet, smartphone, computer, piccoli elettrodomestici), pneumatici, alimentari, abbigliamento, cosmetici, prodotti igienici, prodotti per la casa e farmaci, per rispondere ad una crescente domanda del mercato nero o del mercato parallelo.
Sicurezza e contrasto ai crimini per difendere mezzi e merci. Se è questo l’obiettivo primario di oggi dei fleet manager, quanto è importante dotare la flotta di strumenti infotelematici?
Gli strumenti info-telematici hanno una particolare rilevanza e le grandi flotte di autotrasporto sono in linea di massima dotate di policy aziendali con protocolli e dispositivi che variano a seconda dei livelli di sicurezza assegnati alla merce trasportata. Diversi sono stati gli interventi a seguito dell’attivazione dei sistemi di allarme; tuttavia dal monitoraggio dei dati in nostro possesso, significativi sono quelli nella fase di trasbordo o anche di stoccaggio della merce sottratta. A tal proposito non va tralasciato che le organizzazioni criminali e, le evidenze investigative ne danno atto, sono ormai al passo dei tempi: congegni altamente sofisticati sono spesso oggetto di sequestro nel corso delle attività operative.
Si stima che alla fine del 2021 un mezzo su tre circolante sarà reso attivo dal punto di vista telematico satellitare. Insomma al cargo crime si risponde con la tecnologia.
La tecnologia costituirà sicuramente un deterrente di valido supporto alla capillare azione di controllo del territorio e all’attività investigativa tenuto conto che circa il 40% degli arresti avviene in fragranza di reato. Il Dipartimento tuttavia dal 2016 ha avviato un progetto di sicurezza partecipata attraverso la costituzione di un Osservatorio sul Cargo Crime consesso cui partecipano oltre ai referenti delle forze di Polizia anche soggetti privati tra cui il Comitato dell’albo dei trasportatori, l’ANIA, l’ AISCAT proprio per monitorare costantemente il fenomeno ed individuare strategie di contrasto strutturate.