Intervista con Rossella Panero, Presidente TTS ITALIA
Ottimizzare l’attività della flotta è indispensabile. Come avanza questo processo?
L’autotrasporto in Italia storicamente è sempre stato estremamente polverizzato, benché negli ultimi anni stiamo assistendo a un nuovo trend aggregativo, forse dovuto alla crisi economica e all’intensificarsi della concorrenza straniera. Mediamente le aziende di autotrasporto gestiscono una manciata di mezzi; ecco perché sarebbe opportuno per queste realtà legarsi a una rete imprenditoriale dove l’utilizzo della tecnologia per ottimizzare l’attività della flotta è una pratica consolidata. Perché il salto nel digitale apre nuove possibilità di business e nuovi modelli.
Un altro aspetto è l’evoluzione dei veicoli…
Certamente. Le case costruttrici stanno investendo moltissimo sulle nuove tecnologie applicate ai mezzi industriali. Abbiamo già a bordo sistemi di monitoraggio delle flotte che stanno agevolando il lavoro delle imprese, ma nei prossimi anni l’info-telematica è destinata a rivoluzionare ulteriormente questo settore. Penso al platooning, alla guida autonoma e non ultimo alle smart roads. Grazie al decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti anche in Italia abbiamo cominciato a sperimentare queste tecnologie. È ora necessario accelerare questo processo.
Interconnessione tra i veicoli, certo, ma anche tra veicoli e infrastrutture e di piattaforme tecnologiche condivise. Siamo sulla buona strada?
L’interconnessione tra veicoli e infrastrutture sta muovendo i primi passi e la logistica ne sta beneficiando seppure ancora lentamente. In alcune realtà è già possibile prenotare accessi alle infrastrutture, per esempio nei porti o interporti, attraverso dispositivi di bordo che consentono di fluidificare i flussi, riducendo le attese dei camion per il carico e scarico rendendo così il lavoro delle aziende più agevole. Oppure lo sportello telematico doganale che, quando sarà completamente implementato, consentirà lo sdoganamento delle merci direttamente nei magazzini e nei centri logistici. Infine, abbiamo già parlato di smart road. Il dialogo tra il veicolo e la strada aprirà possibilità infinite in termini di servizi per il trasporto di merci su strada. Consentirà l’accesso immediato a una serie di informazioni che concorreranno ad innalzare il tasso di sicurezza come per esempio il meteo, le condizioni stradali, eventuali incidenti, deviazione ecc. Poi si potranno sviluppare servizi a valore aggiunto pensati ad hoc per le aziende di autotrasporto e per gli autisti.
Qual è la maggiore criticità per la realizzazione di tutto ciò?
La scelta dello standard con cui permette il dialogo. Il regolamento delegato europeo è rimasto al palo proprio su questo punto, ovvero nell’indicazione della tecnologia da applicare alle comunicazioni: il Wi-Fi o il 5G. Secondo TTS Italia la normativa europea dovrebbe garantire uno standard accessibile a tutti con un sistema Open, così da superare queste complessità. Per legge bisogna dotare i mezzi di dispositivi utili al controllo delle attività. Penso al cronotachigrafo o altri dispositivi.
Registrate ancora qualche resistenza all’innovazione?
Una cosa è certa: nonostante i limiti e le imposizioni di legge noi non abbiamo idea di chi e che cosa circola sulle nostre strade. Prendiamo il fenomeno dal cabotaggio illegale: abbiamo norme severe, ma ancora non è stato individuato un sistema per il monitoraggio dei mezzi stranieri in Italia, seppure la tecnologia lo consentirebbe. Il settore della logistica e del trasporto delle merci condivide pochi dati, rispetto a quanti ne può produrre. Le aziende non sono disposte a mettere a disposizione informazioni che sarebbero utilissime per l’innovazione del settore. Questo aspetto rallenta la penetrazione della tecnologia e i vantaggi che da questa potrebbero arrivare.