Connected Car: boom del mercato nei prossimi 3 anni

Intervista a Giacomo Mori, Managing Director ALIXPARTNERS
Guida autonoma, multimedialità, propulsione elettrica e ibrida, sistemi di sicurezza evoluti, connettività: il mondo dell’automotive sta cambiando pelle e si trova ad affrontare una delle trasformazioni più importanti dell’ultimo secolo. Anzi, gran parte del settore è già ampiamente immerso in questo cambiamento, che rappresenta per tutti una grossa sfida. Solo chi riuscirà a tenere il passo con i grandi mutamenti in atto potrà sopravvivere in un settore che diventa ogni giorno più competitivo.
Auto connessa è una definizione in cui rientrano quali forme di comunicazione? Insomma, cosa si intende con Connected Car?
Con il termine connected car si intende la possibilità per un veicolo di scambiare informazioni con l’esterno, con altri veicoli (Vehicle to Vehicle, o V2V) o con le infrastrutture (Vehicle to Infrastructure, o V2I), per rendere la guida più sicura e il traffico più fluido, a vantaggio degli utenti della strada e dell’ambiente. Le informazioni che possono essere scambiate sono molteplici: posizione, velocità dei veicoli e pedoni, consumi, stato della segnaletica stradale, informazioni sul traffico, presenza di stazioni di servizio / assistenza e molte altre, che devono fluire verso il guidatore in modo ordinato, per costituire un aiuto e non una distrazione.

Il percorso è segnato ed è inarrestabile. Quali le conseguenze più evidenti in termini di sicurezza, ambiente e magari anche di costi e tempo risparmiato?
Nel 2020, il 90% delle auto di nuova immatricolazione sarà connesso, con una serie di vantaggi che contribuiranno a una crescita del parco circolante ancora più rapida negli anni successivi. La connessione tra veicoli e infrastrutture abilita una serie di ausili alla guida che porteranno a: maggior sicurezza, grazie alla riduzione degli errori umani che oggi causano oltre il 90% degli incidenti; riduzione dei consumi, grazie all’ottimizzazione in tempo reale delle strategie di guida, in funzione delle condizioni del traffico e della segnaletica; riduzione dei costi e personalizzazione dei servizi, assicurativi e non, grazie alla possibilità di profilare più precisamente lo stile di guida e l’uso dell’auto.
Secondo le analisi di AlixPartners, l’auto connessa permetterà all’automobilista di risparmiare circa 800€ all’anno sul costo totale di esercizio dell’automobile, generando quindi una forte propensione all’acquisto dei servizi di connettività.
Dovremo però aspettare almeno un decennio, il tempo necessario perché si attivi anche un’ampia disponibilità e integrazione di servizi sul territorio.

Immagino che l’erogazione dei servizi prevederà su scala europea uno standard di comunicazione, di protocolli, di piattaforme aperte multiservizio. Su questo tema cosa può dirci?
Il problema non è tecnologico: la rete di comunicazione sarà eterogenea, con diversi standard che sono in larga misura esistenti o evoluzioni di sistemi esistenti. La complessità risiede invece nella molteplicità dei servizi offerti e nelle implicazioni legate all’utilizzo di questi servizi. Semplificando, l’offerta può essere segmentata tra servizi Internet “generali”, servizi di “mobilità intelligente”, e servizi di ottimizzazione della “gestione veicolo”. Tutti questi saranno accessibili mediante specifiche offerte all’acquisto del veicolo o forme di abbonamento e richiederanno lo sviluppo di una pluralità di piattaforme software prevalentemente aperte e in parte proprietarie. Bisognerà inoltre risolvere le questioni legate a sicurezza, sensibilità dei dati, responsabilità dei diversi soggetti coinvolti e tutela della proprietà intellettuale, attualmente oggetto di attenzione da parte degli organismi regolatori in Europa e nel mondo.

Gli utenti fino a che punto saranno preparati a pagare servizi di connettività? E oggi i consumatori a quali “voci” danno maggiore importanza per l’acquisto di un veicolo?
Si prevede che nel 2020 il mercato globale delle auto connesse possa generare un fatturato di 68 miliardi di Euro, pari a 160 Euro per utente; la spesa sarà più concentrata sui servizi a valore aggiunto e meno sull’hardware di connessione, che sarà sempre più una commodity. L’interesse dell’automobilista si rivolgerà alla sicurezza attiva e preventiva e all’economicità di esercizio, data dalle nuove soluzioni intelligenti; le prestazioni e l’affidabilità resteranno un prerequisito per l’acquisto, ma perderanno progressivamente la loro caratteristica di elemento differenziante tra i diversi marchi.

L’auto del futuro è anche sinonimo di affari? La connettività rende possibili nuovi modelli di business?
Certamente sì. Mentre oggi il business tradizionale dell’auto (produzione di componenti e veicoli, vendita, assistenza e servizi finanziari) rappresenta più del 90% dei profitti della filiera, nel 2030 rappresenterà poco più del 60%, a beneficio delle nuove tecnologie e dei business digitali. Costruttori e fornitori di componenti tradizionali competeranno con nuovi player tecnologici, sempre più numerosi e dinamici, in grado di conquistare fette significative del mercato futuro, grazie alla capacità di anticipare e interpretare i bisogni degli automobilisti e alla loro velocità d’innovazione e sviluppo.

Connected Car per arrivare a veicoli a guida autonoma. Sul tema quali le opportunità per la società e le industrie? E quali le perplessità?
L’auto connessa è un passaggio intermedio verso l’auto a guida totalmente autonoma che cambierà in modo radicale il paradigma della mobilità. Certamente i dividendi di questa rivoluzione, per la società e le aziende, sono impressionanti: nei soli Stati Uniti si stima un impatto di più di 300 miliardi di dollari per effetto dell’incremento di produttività, dovuto alla maggiore disponibilità di tempo non speso nel traffico, e ai risparmi sul carburante e sui costi sociali per incidenti evitati. Le aziende beneficeranno, inoltre, della grande quantità di informazioni su automobilisti e passeggeri per indirizzare iniziative di marketing mirate e sviluppare il proprio business.
Non mancheranno i rischi: garantire la sicurezza da attacchi informatici non sarà un compito semplice e la ricchezza di informazioni sensibili disponibili richiederà regole chiare per il loro trattamento.
Per le aziende, fallire in uno di questi ambiti, causando gravi incidenti o un uso improprio di informazioni, potrà mettere a rischio l’intero valore del business dell’auto a guida autonoma.