Intervista con Bruno Dalla Chiara (Professore Associato in Trasporti – Politecnico di Torino)
“Con riferimento primario alla sicurezza stradale, la scatola nera, data dall’integrazione di alcune tecnologie telematiche, risulta un elemento industriale abilitante per la ricerca e con ricadute valutabili nel settore; ne possono potenzialmente trarre vantaggi tutti i vari attori: la Nazione, perché riduce presumibilmente le spese per soccorso e ricovero, aumentando la sicurezza dei cittadini, il che è un compito degli Stati; gli utenti della strada, direttamente; i gestori, perché si può anche innestare un’economia su questa applicazione tecnologica a bordo veicolo; l’industria, perché li pensa, produce e vende”.
In quale misura la telematica è uno dei fattori che più ha contribuito allo sviluppo dei moderni sistemi di trasporto?
In base alle recenti indicazioni europee, la valutazione del costo del ciclo di vita (LCC, life cycle cost) implica di fatto che i costi di realizzazione, di manutenzione ed ammodernamento di una nuova infrastruttura di trasporto siano attivabili solo se manutenzione ed adeguamento tecnologico di quelle esistenti sono economicamente sostenibili: il patrimonio e il benessere in uno Stato aumentano sì con la realizzazione di nuove infrastrutture, ma anche mediante un’adeguata manutenzione e con l’aggiornamento della rete esistente, riconducibile spesso a una nuova dotazione telematica che risponda alle moderne esigenze. All’adozione di sistemi telematici è, inoltre, legata alla sicurezza dei veicoli e del traffico, lo sviluppo di centrali di controllo e monitoraggio, in conformità anche con quanto evidenziato nei più recenti documenti della Commissione Europea, che ha emanato una direttiva per l’attuazione di un Piano di sviluppo dei sistemi ITS. Per sintetizzare, il sistema dei trasporti si presenta, in termini spaziali e temporali talvolta estesi, congestionato e possibile beneficiario di informazioni, oggi fornibili grazie alla tecnologia, ai fini di una maggiore sicurezza, qualità ed efficienza. Strumento basilare per il raggiungimento di tali obiettivi è dunque l’uso dell’informazione e della telematica, attraverso i cosiddetti sistemi ITS, senza scordarsi ovviamente che la mobilità motorizzata è possibile grazie all’esistenza dei veicoli, per essere chiari.
I sistemi ITS in quale maniera possono manifestare in modo tangibile la loro capacità di produrre benefici?
Il Parlamento Europeo è di fatto attivo da diversi anni nello studio e nella promozione delle tecnologie per gli “ITS”. Un momento importante per lo sviluppo e l’applicazione degli ITS è identificabile nell’emanazione della Direttiva 2010/40/EU del 7 luglio 2010, seguita dal “Preparatory Act” (2010/C 299/01). Tale Direttiva viene recepita dai vari Stati. Il 15.2.2011 è stata poi pubblicata la Commission Decision, relativa all’adozione del “Programma Lavori” d’implementazione della Direttiva. In effetti tale Direttiva istituisce un quadro di regole per la diffusione e l’utilizzo coordinato di sistemi ITS all’interno della Comunità Europea e per l’elaborazione delle specifiche necessarie a tale scopo. Essa viene applicata a tutti i sistemi di trasporto intelligenti nel settore dei trasporti stradali ed alle interfacce con altri modi di trasporto. La Direttiva inoltre demanda agli Stati membri l’adozione delle misure necessarie per garantire la diffusione e l’utilizzo coordinati di applicazioni e servizi ITS interoperabili nella Comunità Europea. Essa individua tra l’altro quattro campi di azioni prioritarie: l’uso ottimale dei dati relativi alle strade, al traffico ed alla mobilità; la continuità dei servizi ITS di gestione del traffico e del trasporto merci (nei corridoi di trasporto europei e nelle conurbazioni); le applicazioni ITS per la sicurezza stradale, intesa sia in termini di safety che di security; l’integrazione del veicolo nell’infrastruttura di trasporto. La tangibilità consiste nella possibilità per l’utente o fornitore di servizio di riconoscere un raggiungimento, anche solo parziale, degli obiettivi suddetti: qualità, sicurezza ed efficienza.
L’intenzione è puntare dritto alla Black Box. Cosa ne pensa?
Di fatto il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti di concerto con il Ministero dello sviluppo economico a fine gennaio 2013 ha emesso un Decreto sui “Meccanismi elettronici che registrano l’attività del veicolo” che, passando attraverso l’obiettivo della sicurezza e della possibile ricostruzione degli incidenti, di fatto sembra molto favorire lo sviluppo di una scatola nera. Peraltro l’”Action plan for the EU automotive industry in 2020” (novembre 2012) e il decreto attuativo ITS (marzo 2013) citano espressamente l’e-call, quindi di fatto i presupposti per una scatola nera diffusa. Con riferimento primario alla sicurezza stradale, la scatola nera, data dall’integrazione di alcune tecnologie telematiche, risulta un elemento industriale abilitante per la ricerca e con ricadute valutabili nel settore; ne possono potenzialmente trarre vantaggi tutti i vari attori: la Nazione, perché riduce presumibilmente le spese per soccorso e ricovero, aumentando la sicurezza dei cittadini, il che è un compito degli Stati; gli utenti della strada, direttamente; i gestori, perché si può anche innestare un’economia su questa applicazione tecnologica a bordo veicolo; l’industria, perché li pensa, produce e vende. Una sintesi delle possibili implicazioni della scatola nera in termini di ricerca, industria, mercato può essere: road pricing, e-call, ricostruzione degli incidenti, indicatori istantanei di rischio, navigazione aggiornata mediante dati di traffico in tempo quasi reale, diagnostica di bordo e dei consumi, tele-diagnostica, trazione ottimale dei veicoli ibridi elettrici ed a combustione interna, funzioni di cronotachigrafo digitale, monitoraggio remoto, veicoli sonda con raccolta eventuale di immagini, comunicazione inter-veicolare.
Chi è che osteggia la diffusione più massiccia della telematica nel settore?
L’economia nei secoli insegue le esigenze delle persone; efficienza energetica, qualità degli spostamenti, sicurezza (safety e security). Non sembrano avere un adeguato valore economico, se non per gli effetti negativi non trascurabili che esse generano su utenti della strada e sulle casse dello Stato attraverso la Sanità. Nel momento in cui un sistema intelligente, in grado di rilevare un’anomalia e di segnalarla ad un automobilista non informato in merito, può fare evitare code, incidenti, perdite umane, assume un valore per tali effetti che genera; la sua diffusione ed economia spontanea vanno di conseguenza.