Una signora tedesca ha ritrovato sulla costa tedesca del Mare del Nord, una bottiglia messa in mare da uno scienziato nel 1904.
Tra il 1904 e il 1906, Bidder, scienziato e presidente dell'associazione, aveva condotto un esperimento, liberando 1.020 bottiglie con messaggio nel Mare del Nord meridionale, allo scopo di tracciare i movimenti delle correnti. Bidder recuperò circa metà dei messaggi: l'ultimo, prima di quello ritrovato quest'anno, gli era arrivato nel giro di quattro anni dall'esperimento.
Gli oceanografi non hanno smesso di gettare oggetti in mare per le loro ricerche, anche se oggi dalle bottiglie si è passati a strumenti più sofisticati. Ma succede anche che per studiare le correnti si segua il percorso di oggetti – dalle papere di gomma ai pezzi di Lego persi inavvertitamente in acqua dalle navi container.
Oggi si usano galleggianti dotati di trasmittenti satellitari, in grado di comunicare in tempo reale la loro posizione e i dati sulla temperatura, la salinità e altre caratteristiche dell'acqua. Quando la batteria si scarica, affondano e basta anche se alcuni finiscono trasportati dal mare sulla riva.
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