Mobilità 4.0: sicuri sulle strade del futuro

Intervista con Toni Purcaro, Managing Director DEKRA ITALIA SRL

Per compensare fino a un certo grado le lacune e gli errori comportamentali dell’uomo, l’industria automobilistica punta da anni sempre più su sistemi di assistenza alla guida che siano in grado di riconoscere situazioni critiche di guida e traffico, di segnalare pericoli e, in caso di necessità, di intervenire anche attivamente sulla guida. In merito all’obiettivo “Vision Zero” – vale a dire niente più morti o feriti gravi per incidenti stradali – gli ausili elettronici sono secondo gli esperti irrinunciabili elementi della sicurezza integrale e dovrebbero raggiungere una più alta affermazione sul mercato.

Quanto la tecnologia già oggi può incidere positivamente sulla sicurezza stradale?
La tecnologia attraverso la guida automatizzata e mobilità 4.0 può creare i giusti presupposti per la sicurezza. E comunque esiste già oggi una generale disponibilità all’utilizzo dei sistemi di assistenza alla guida anche nella convinzione che grazie ad essi si potrebbero dimezzare le morti per incidenti stradali.

Le statistiche illustrate nel Rapporto DEKRA 2016 mostrano l’impatto sugli incidenti dei diversi sistemi di assistenza alla guida. Può farci alcuni esempi?
L’impianto frenante di emergenza ed i sistemi di assistenza di regolazione di velocità, se presenti su tutte le auto, da soli ridurrebbero di quasi il 50% delle vittime. Si raggiungerebbero agevolmente gli obiettivi UE con l’applicazione generalizzata dei sistemi di riconoscimento della stanchezza, di quelli che impediscono all’auto di partire se i livelli di alcool del guidatore sono superiori a quelli previsti dalla legge, abbinati alla funzione che inibisce l’impostazione dell’itinerario sul navigatore, dell’uso dei messaggi e di Internet con l’auto in movimento.

Oggi i dispositivi telematici più evoluti possono anche prevenire eventuali rischi alla guida. In tal senso come valuta il nuovo sosCall 2.2 di Viasat?
È assodato da tempo che il problema della sicurezza stradale risiede principalmente nei comportamenti della persona: dalla manutenzione e revisione dei veicoli, allo stato psicofisico in cui ci si mette al volante, alle continue distrazioni mentre si guida, alla conoscenza del codice della strada.
E non per ultimo al fatto che sempre più nelle metropoli i giovani, con l’uso delle auto in car sharing, guidano molto meno, con la conseguente, talvolta, riduzione della familiarità col mezzo. Ecco perché siamo convinti che la strada maestra sia applicare in misura massiccia la tecnologia a supporto dell’errato comportamento umano. In tal senso, proprio la telematica satellitare di casa Viasat offre un contributo sostanziale anche attraverso la funzione di alert luminosi e vocali, implementata sul nuovo dispositivo sosCall 2.2.

Come, però, far passare il concetto dell’uso corretto della tecnologia a quel 75% delle persone che quando guidano telefonano, leggono e scrivono messaggi, vanno sui “social”?

Chi poteva prevedere 10 anni fa, che nel 2017 ogni persona avrebbe avuto in mano non più un telefono, ma un computer interconnesso e semplicissimo da usare? E che le persone stesse avrebbero sostituito in parte significativa il dialogo a voce con la messaggistica? Servono campagne massicce di educazione e prevenzione abbinate a controlli e sanzioni più dure e puntuali, così come successo per l’uso delle cinture di sicurezza e il contrasto all’assunzione di alcolici per chi si mette al volante.

Ultimo punto determinante è quello dei controlli e delle revisioni dei mezzi. Cosa può dirci in proposito?
Ha ragione, il punto dei controlli e delle revisioni dei mezzi è determinante. Il parco veicoli circolanti in UE è sempre più vecchio, ancor più in Italia, e questo contrasta con tutte le soluzioni che abbiamo prospettato. Servono controlli periodici più efficaci e più frequenti.
Dividerei le revisioni in almeno due livelli, in rapporto con l’anzianità dell’auto. La revisione 1.0 che riguarda mezzi che potremmo definire “analogici”, quindi, con un basso impiego di elettronica; e la revisione 2.0 per le auto più moderne, che stanno superando anche il livello di massiccio uso dell’elettronica per come siamo abituati a pensare, andando verso una vera e propria digitalizzazione.
La prima è ancora molto utile, perché, come dicevamo, il parco veicoli italiano è vecchio, ma al crescere dei sistemi automatizzati, sarà necessario intensificare i controlli con una revisione 2.0 proprio in considerazione della crescente complessità dei sistemi e del rischio di manipolazioni elettroniche.